Siluro fotonico

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Iconaguerra.svgArma
In originale:Photon torpedo

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Siluro fotonico è il più comune tipo di siluro, un'arma ad antimateria.


Descrizione

L'efficienza dei phaser a velocità di curvatura come a velocità relativisitche è pressocchè nulla. Dato che tutte le razze avanzate della Galassia possiedono la tecnologia di curvatura è necessaria un arma più versatile, in grado di operare in condizioni critiche.
I primi rudimentali studi su dispositivi a detonazione materia/antimateria sono iniziati nella seconda metà del 21° secolo, tuttavia sono proseguiti infruttuosamente per molti anni. Anche dopo la nascita della Federazione la tecnologia non era ancora sufficiente per creare una efficiente testata fotonica : l'annichilazione M/A era conosciuta abbastanza a fondo, tuttavia ancora non si poteva controllare abbastanza bene da creare un dispositivo bellico sufficientemente distruttivo.

Inizialmente furono sviluppate due classi di Siluri fotonici. La prima nel 2215 consisteva in un semplice dispositivo di collisione M/A che consisteva in sei contenitori di deuterio congelato collegati con altrettante cavità a contenimento magnetico contenenti antideuterio in sospensione. In questi dispositivi, dopo che la materia e l'antimateria viene a contatto annichilandosi, l'energia generata sotto forma di radiazione elettromagnetica è intrappolata per breve tempo in un campo magnetico e in seguito rilasciata violentemente. La capacità di annichilazione di questa testata era sufficiente perchè fosse usata come arma e quindi venne data in dotazione alle navi stellari della Flotta. Il secondo tipo di siluro divenne operativo nel 2271. Questo ha una autonomia di 3,5 milioni di chilometri contro i 750.000 della prima versione. La potenza esplosiva dei siluri del secondo tipo è superiore in quanto l'antimateria e la materia vengono a contatto in piccoli pacchetti in modo da aumentare la superficie di reazione e quindi l'energia rilasciata. Una volta armato il siluro, le due componenti dell'esplosivo vengono entrambe tenute in sospensione da un campo magnetico di grande potenza. Dopo il lancio del siluro i pacchetti di materia e di antimateria vengono mescolati ma non entrano ancora in diretto contatto perché il campo magnetico circonda ogni pacchetto isolandolo. Al momento opportuno il circuito di controllo del detonatore disattiva il campo magnetico dando il via alla reazione esplosiva.
Il siluro fotonico standard consiste in un tubo ellittico il cui involucro consiste in un doppio strato di duranio pressofuso e terminio saldato a raggi gamma. Le dimensioni esterne sono 2,1 x 0,76 x 0,45 metri e il peso 247,5 Kg. L'involucro completato viene tagliato lungo la linea equatoriale da un phaser ad alta precisione per l'inserimento della strumentazione. L'interno del siluro è composto dai contenitori di deuterio e di antideuterio, dalla camera di combinazione e dai loro rispettivi dispositivi magnetici di sospensione, dai sistemi di acquisizione del bersaglio e di guida, dal detonatore e del sistema di propulsione. Il propulsore del siluro non è un vero motore a curvatura, tuttavia se viene lanciato a velocità superiore a quella della luce è in grado di mantenere questa velocità per circa 3,5 milioni di Km. Il raggio d'azione può essere aumentato a scapito della potenza esplosiva in quanto il propulsore inizia a sottrarre carburante per la propulsione dalla testata fotonica. I più recenti aggiornamenti al progetto originale hanno permesso di ridurre la massa del siluro a 186,7 Kg e di aumentare la sua autonomia fino a 4,05 milioni di Km senza influire sulla capacità esplosiva.

Dopo che il siluro è stato lanciato è possibile correggere la sua rotta tramite una connessione subspaziale (crittografata per motivi di sicurezza) e aggiustare così continuamente la direzione di volo per ridurre il tempo di impatto. Una volta in prossimità del bersaglio la testa impiega 1,02 secondi per mescolare i due reagenti e preparasi all'esplosione.
L'ultima generazione di siluri fotonici Mark-IX ha un potenziale esplosivo di 25 isotoni, limite teorico massimo per una detonazione fotonica, la necessità di sviluppare armi sempre più potenti ha quindi indirizzato il campo di ricerca versi i dispositivi esplosivi che sfruttano l'estrazione di energia dal dominio subspaziale chiamato Punto-Zero come il Siluro quantico.
Per questo motivo si prevede che i siluri fotonici verranno presto sostituti del tutto con nuove armi più prestazionali.

Riferimenti

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